
In un precedente articolo avevamo parlato di neutralità carbonica e di quali strade percorrere per il raggiungimento di questo obiettivo difficile ma vitale.
Ricordiamo che la neutralità carbonica (secondo la definizione dell’IPCC – Intergovernmental Panel on Climate Change) si ottiene quando le emissioni nette di GHG (gas climalteranti, in primis CO₂) causate dall’uomo vengono completamente bilanciate da azioni che rimuovono una quantità equivalente di CO₂ dall’atmosfera.
Volendo sintetizzare, possiamo dire che ci sono due macro vie per abbassare le emissioni o catturare i gas climalteranti: i sistemi tecnologici e i sistemi naturali legati alla riforestazione del pianeta. Una via non esclude l’altra, anzi, l’obiettivo della neutralità carbonica di sicuro non si può ottenere per una via sola.
Ciò premesso, oggi ci occupiamo di uno sviluppo tecnologico molto importante che può risolvere il principale problema dell’energia prodotta con sistemi naturali che non bruciano combustibili fossili.
Obiettivo: accumulare l’energia rinnovabile
Il problema è che l’energia prodotta con i pannelli solari o con le pale eoliche ad oggi non viene accumulata in modo sistemico, soprattutto per limiti infrastrutturali. Questo significa che va immessa in rete in tempo reale rispetto al momento della produzione. Ne deriva una difficoltà nel bilanciamento dei carichi sulla rete, che è alimentata anche da centrali tradizionali in cui la produzione è programmabile ma i cui gestori si possono trovare nel difficile compito di variare in più o in meno la produzione in tempi molto stretti per adeguarla ai carichi immessi in rete dalle rinnovabili.
Ad oggi, 2025, la percentuale di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili in Italia rappresenta circa il 45% del totale della produzione elettrica nazionale. Tuttavia i picchi di produzione delle rinnovabili non vengono sfruttati appieno, per l’impossibilità delle strutture tecnologiche di stoccare questa energia e renderla disponibile quando serve.
I sistemi BESS
Un grande progresso per risolvere questa problematica viene dai nuovi sistemi BESS (Battery Energy Storage System): batterie in grado di accumulare l’energia prodotta e rilasciarla in momenti successivi, ottimizzando il “dialogo” tra produzione da centrali tradizionali e produzione da fonti rinnovabili.
I sistemi BESS diventano così uno snodo intelligente, in grado di evitare sprechi di energia rinnovabile non utilizzata. In prospettiva, la percentuale dell’energia prodotta da fonti “pulite” aumenterà sensibilmente e l’importanza di questi accumulatori intelligenti diventerà sempre maggiore.
Con l’aumento della penetrazione delle rinnovabili, la domanda di flessibilità crescerà esponenzialmente. I BESS offrono non solo stoccaggio, ma anche ulteriori caratteristiche indispensabili nella gestione delle reti, come la gestione dei picchi di domanda.
In un contesto in cui la rete elettrica si sta trasformando da un sistema con pochi grandi centri di produzione a uno in cui i grandi centri produttivi convivono con moltissimi piccoli centri distribuiti sul territorio, i Sistemi BESS saranno fondamentali per garantire stabilità della rete e sicurezza.
La ricerca va avanti molto velocemente e l’evoluzione tecnologica sta aprendo nuove frontiere: batterie al sodio (più economiche e con minor impatto rispetto a quelle attuali al litio, anche se con densità energetica inferiore) e soluzioni ibride che integrano fotovoltaico, eolico e idrogeno. L’obiettivo è rendere l’accumulo più facile, meno impattante e più accessibile.
Previsioni per il futuro
Il tema dell’accumulo è fortemente attenzionato anche a livello normativo in Europa: il regolamento RED III e il pacchetto “Fit for 55” riconoscono il ruolo strategico dell’accumulo, mentre in Italia il PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima) del Ministero dell’Ambiente prevede entro il 2030 circa 130 GW di potenza installata da rinnovabili, che necessitano di almeno 20 GW di sistemi di accumulo per garantire il buon funzionamento del sistema.
La diffusione di sistemi BESS non costosi e di facile installazione farà sì che anche i condomini residenziali e le piccole imprese potranno diventare quel che in gergo si definisce prosumer, ovvero al contempo produttori e consumatori, in un sistema virtuoso di crescita delle rinnovabili e di ottimizzazione delle risorse.
La situazione politica ed economica mondiale ha provocato un colpo di freno rispetto alla centralità dei temi legati alla riduzione delle emissioni e alla lotta al climate change ma – per fortuna! – la ricerca va avanti e ogni giorno si fanno passi importanti per trovare tecnologie che possano aiutare verso l’obiettivo Carbon Neutrality.
Sustenia, impegnata da sempre a supportare i percorsi di sostenibilità delle aziende, resta vigile nel monitorare le leve della lotta al climate change per dare il proprio contributo al raggiungimento di obiettivi indispensabili per il futuro della vita sul pianeta.